Marchi e Case Motociclistiche di Lombardia

Categoria: BG

Alcyon

Nel 1910 le Officine F.lli Cesarani di Caravaggio (BG), importatori delle moto francesi Alcyon, realizzano anche biciclette a motore impiegando il propulsore francese ed utilizzando il loro nome come marchio di vendita.
Il mercato si rivela ricettivo così viene deciso di creare la Alcyon Italia, nella società partecipa anche la casa madre, che ha sede prima a Chiari (BS) e poi, nel 1925, a Torino dove viene anche costruita su licenza la bicicletta a motore Alcyonnette 98.

All-Matic

All-Matic costruisce nel 1965 a Bergamo un ciclomotore automatico.

Devil

Devil è il marchio con cui OCMA nel 1953 entra nel settore motociclistico. La ditta di Fiorano al Serio, storicamente specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione, era operosa già prima della seconda guerra mondiale e aveva stretti contatti con l’Ansaldo. Alla fine della guerra la OCMA era specializzata nella costruzione di ingranaggi, con un portafoglio clienti dive figurava anche Fiat.
La produzione Devil comprende la Raid 160 2t, la 160 Sport Lusso e il ciclomotore Devilino, presentato al Salone di Milano del 1954 in versione turismo e sport. Progettato dall’ing. Boninsegna, era caratterizzato dalla frenatura simultanea all’anteriore e al posteriore comandata dalla leva al manubrio.
Nel 1956 il tecnico William Soncini disegna una 125 e una 175 monoalbero, poi anche una 175 bialbero accreditata di 15 CV a 7.800 giri.
Una versione da competizione di questa macchina è dotata di doppia accensione e due alberi verticali paralleli; per questa versione la potenza dichiarata è di 20 CV a 11.000 giri.
Con carenatura completa la punta velocistica è stimata in 180 km/h.
In listino anche un motocarro di 250 cc a due tempi, poi anche una 175 ad aste incrociate.
I detrattori sostengono che la 160 due tempi era troppo simile alla MV 150, e che la 175 quattro tempi aveva il basamento simile a quello della Parilla 175. Sembra che queste somiglianze portarono le case concorrenti a mettere alle strette OCMA, che subì così pesanti guai economici fino alla chiusura della Officina Costruzioni ing. A. Martinelli – Devil.
Nella procedura di liquidazione vennero posti in vendita circa duemila esemplari della 160 a due tempi, all’epoca ancora giacenti presso i Magazzini Generali di Bergamo. Queste moto furono acquistate a prezzi vantaggiosi dalla Rumi che le esporto’ in Argentina col proprio marchio su serbatoio e carter.

Nassetti

La Ettore Nassetti Officina Meccanica di Precisione di Cesare Nassetti & C. con sede a Milano, nasce nel 1934 e si specializza nella costruzione di alternatori, magneti e volani che equipaggiano i motori delle principali marche motociclistiche dell’epoca.
Nel 1953 viene aperto uno stabilimento a San Pellegrino Terme dove viene realizzato un motore ausiliario a rullo chiamato, dal luogo di costruzione, “Il Pellegrino” nelle versioni AR e AR2.
Il motore viene migliorato nelle serie successive Alba e nel piu’ evoluto Brunetta.
Si tratta di ciclomotori con telaio monotrave in lamiera stampata aperto e con serbatoio incorporato, motore a due tempi e cilindro orizzontale.
Vengono poi presentati dei ciclomotori convenzionali con trasmissione a catena e cambio a tre velocità con comando a manopola, sono il modello FC3 e FC3 Aurora.
Infine, sempre negli anni Cinquanta, la produzione subisce un’ulteriore evoluzione con la serie Dilly e Sery.
Si tratta di ciclomotori convenzionali, di buona fattura, trasmissione a catena e proposti nelle versioni sport e turismo.
Il Dilly e’ equipaggiato con motore a due tempi di 49 cc, potenza 2 CV a 4.500 giri, e il Sery con motore a quattro tempi aste e bilanceri, potenza 2,4 CV a 5.500 giri per il quale viene dichiarata una punta velocistica di 70 km/h, modello sport, e di 62 km/h per il modello turismo.
La Nassetti presenta al Salone di Milano del 1956 uno scooterino a ruote alte equipaggiato col motore a due tempi, ma puo’ essere usato anche il quattro tempi, e cambio a tre marce.
Di questo elegante ciclomotore sembra ne siano stati realizzati solo cinque prototipi, due sono andati sicuramente distrutti ed uno che fa bella mostra in una collezione italiana.
Quando la Nassetti ha chiuso i battenti, tutto il magazzino e’ stato rilevato dall’importatore belga che ha tenuto per anni anche questi scooterini, uno di questi si e’ conservato integro e originale presso un rivenditore di moto per ben 47 anni.
Poi lo scooterino e’ stato venduto in Olanda dove e’ stato trovato, acquistato e riportato nel suo paese di origine.
Interessante la presenza alla Nassetti, nei primi anni di produzione ciclomotoristica, del’ing. Vittorio Alfieri che ha senza dubbio lavorato (forse progettato) sui motori a due e quattro tempi.
Sua è l’idea di utilizzare un tappo calamitato per la coppa motore al fine di trattenere tutte le piccole scaglie di ferro che si formano durante il funzionamento del propulsore, in modo da poterle eliminare.

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