Marchi e Case Motociclistiche di Lombardia

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A.D.

Antonio Dionisi, nel 1926 a Milano, costruisce delle biciclette a motore che commercializza col marchio A.D.. Il propulsore, di propria costruzione, è monocilindrico a due tempi di 125 cc.
La motoleggera è disponibile in tre allestimenti.
La produzione dura un paio di anni.

Acerboni (M.A.)

Pilota di buon livello Mario Acerboni (Milano 1889 – Tradate 1967) apre, alla fine degli anni Venti a Milano in via Pacinotti, un motosalone con annessa officina dove vende motociclette Frera. Il negozio esiste ancora mentre scriviamo (Acerboni Cicli) ed è gestito dal nipote che tratta biciclette e accessori.
Quando la Casa di Tradate dichiara fallimento, alla fine degli anni Trenta, Acerboni si assicura dal liquidatore un buon quantitativo di motori con i quali realizza motoleggere e motocarri che commercializza col marchio M.A. o Acerboni.
Intanto vende moto inglesi Panther, Coventry Eagle ma soprattutto New Imperial.
Con l’avvento dei pesanti dazi sulle importazioni imposti dal governo fascista, Acerboni importa le New Imperial e le Panther smontate e le assembla nella sua officina di via Pacinotti, aiutato dal figlio Gianfranco, anch’egli buon pilota che partecipa, tra le altre, alla Milano-Taranto ed al Circuito del Lario.

ACIX

ACIX, fabbrica di bicliclette a motore quasi sconosciuta del primo dopoguerra. Di fatto si conosce pochissimo di questa marca milanese, se non che nel 1925 aveva sede a Milano in Corso Roma, l’odierno Corso di Porta Romana.

Agrati Garelli

Nel 1961 nasce il Gruppo Agrati Garelli, la produzione avviene nei due complessi industriali di Sesto San Giovanni, sede della Garelli, e di Monticello, per l’Agrati.
Le due realtà industriali funzionano indipendentemente ma con un’unica direzione generale che coordina le produzioni che poi confluiscono in un’unica rete di distribuzione, con una sola organizzazione commerciale e di vendita.
Inizia così una consistente produzione di ciclomotori di tutti i tipi, economici monomarcia oppure a due o tre rapporti, ciclomotori sportivi, della serie Junior, ma anche motocarri, motozappe, motori per kart e fuoribordo.
La produzione, dicevamo, è consistente, per fare un esempio il solo ciclomotore Eureka Flex viene prodotto dal 1972 al 1977 in circa 500.000 unità.
Nel 1982 con il modello TSR 125 inizia la produzione di motoleggere.
Non viene tralasciata l’immagine sportiva. Sempre col marchio Garelli, e dopo la serie di record conseguiti nel 1963 nella categoria fino a 50 cc con i veicoli preparati dal tecnico William Soncini, la Garelli si prepara negli anni Ottanta all’avventura nel motomondiale nelle classi 50, 125 e 250.
Il monocilindrico di 50 cc ha distribuzione a disco rotante e, nella prima versione, eroga 13 CV a 14.800 giri.
Corrono per la Garelli Eugenio Lazzarini, Angel Nieto, Fausto Gresini, Riccardo Tormo, Edoardo Granata, Ezio Gianola, Maurizio Vitali, Luca Cadalora, Bruno Casanova, Miguel Reyes, Emilio Cuppini, Paolo Casoli, Domenico Brigaglia.
Negli anni Ottanta Garelli attiva anche una produzione trial.
Dopo alcune vicissitudini il marchio Garelli è ancora presente sul mercato nel nuovo millennio con una serie di scooter.

Alba Mazzucchelli

Alba Mazzucchelli inizia la propria attività nei primi anni Venti nell’operosa via Paolo Sarpi a Milano.
Oggetto di interesse e proprio prodotto una bicicletta a motore che impiega il propulsore tedesco Alba.
Dalla fine degli anni Venti la produzione ha marchio Mazzucchelli.

Aldbert

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Aldo Cavalleri, classe 1907, e Umberto Preti, classe 1921, si mettono in società ed iniziano un fruttuoso commercio di residuati bellici, principalmente moto, che condurra poi alla Aldbert.
La storia incomincia con Cavalleri nel 1925 quando, appena diciottenne, apre un negozio di riparazioni moto a Milano in via Torricelli, strada che diventerà la sede storica della moto Aldbert, denominazione che deriva dall’accoppiamento dei nomi dei due soci pronunciati coi “nic” in milanese e cioè Ald e Bert.
Preti, dopo aver frequentato la scuola per disegnatore meccanico, si impiega alla Isotta Fraschini, ma lavora poco perchè scoppia la guerra e va a combattere in Africa dove viene fatto prigioniero degli inglesi.
Durante la prigionia impara a riparare le moto britanniche e quando torna a Milano mette a frutto queste sue conoscenze per rinfrescare le BSA, Triumph, ecc. che con l’amico Cavalleri acquista a lotti nei campi A.R.A.R..
I due soci amici comprano anche un Guzzino e un paio di Vespa che danno a noleggio, ma il loro sogno è di costruire una motocicletta tutta loro.
Nel 1951 nasce ufficialmente la Aldbert ed inizia la produzione di una 160 con motore proprio a due tempi.
I telai vengono commissionati alla fabbrica del comm. Gino Tappella, noto costruttore di biciclette ma anche di ciclomotori e motoleggere vendute col marchio Schneller Fuchs. La moto viene siglata 160 Sport e presto le viene affiancata la 175 Supersport con motore maggiorato aumentandone l’alesaggio e con una nuova testa e un rapporto di compressione piu’ alto. Vengono così migliorate le prestazioni velocistiche che passano, dati dichiarati allora dalla fabbrica, da 105 a 120 km/h.
Le competizioni saranno sempre il “pallino” di Umberto Preti che è anche convinto della necessità di realizzare un propulsore 175 cc quattro tempi per dare maggior risalto all’immagine sportiva della Aldbert. La cosa però non piace a Aldo Cavalleri che reputa l’impresa troppo onerosa e dall’esito incerto.
Così Cavalleri lascia la società ed al suo posto entra Vincenzo Clerici, giovanotto della nobiltà milanese appassionato di donne e motori; prende così forma il progetto “4 tempi”.
Il propulsore è ben dimensionato ed è innegabile una certa somiglianza col motore 175 della Morini.
La nuova moto viene proposta anche in allestimento corsaiolo, col nome di Razzo, disponibile nelle accattivanti livree verde bianca e rossa.
Tipicamente la casa milanese allestiva serie di dieci moto per volta, ogni dieci 175 quattro tempi una era in versione Razzo.
 Di 175 quattro tempi si stima ne siano state prodotte circa trecento per cui sono state realizzate una trentina di Razzo, disponibile nel tipo da gran fondo e pista, quest’ ultima senza impianto di illuminazione.
La vitalità della piccola casa milanese, o meglio di Umberto Preti, è inesauribile e le novità non mancano mai. Nel 1954 alla 32ma edizione dell’EICMA di Milano la Albert presenta tre esemplari del modello Razzo, gli unici costruiti e dei quali non si conosce la sorte, con motore a distribuzione monoalbero a catena e cilindro in alluminio, due su ciclistica convenzionale ed uno su telaio della 125 Super Sport.
Il progetto verrà subito abbandonato perchè alla complessità costruttiva non corrisponde un adeguato aumento di prestazioni.
Sempre nel 1954 viene anche costruita la 125 a due tempi equipaggiata con motore ATB della Arcelli e Tarditi di Borgomanero, un modello raro realizzato solo in poche decine di unità nella versione turismo ed una sola nella versione supersport.
Non si tratta però della prima 125 costruita dalla Albert perchè già nel 1952 al Salone di Milano era stata presentata una ottavo di litro equipaggiata col motore della milanese Astoria.
Per poter essere presente in ogni settore, nel listino della casa milanese sono presenti anche i ciclomotori, proposti in due versioni turismo e sport e dotati di motore a due tempi MAV (Motori Ausiliari Velocipedi di Milano). Si stima ne siano stati prodotti meno di una cinquantina e anche di questi non ne è rimasta traccia.
Nonostante l’impegno profuso per la realizzazione dei nuovi modelli, la piccola casa milanese, che non ha mai avuto più di cinque dipendenti, si avvia verso un inesorabile declino che la porterà alla chiusura nel 1958 dopo aver costruito in totale un paio di migliaia di moto.
Ad onore della Aldbert va sottolineato di essere sempre stata presente sui campi di gara.
Hanno corso con la Aldbert molti piloti tra cui: Tino Brambilla, Giorgio Castelli, Giancarlo Dobelli, Luciano Dondi, Salvatore Falcini, Gilberto Milani, Raoul Mondini, Osvaldo Perfetti, Romolo Rossi, Otello Spadoni, Giampiero Zubani.
Ricordiamo infine che il pilota-costruttore milanese Giorgio Mazzilli ha realizzato nel 1956 una moto da fuoristrada, la numero 5 della sua produzione, con motore Aldbert 175 4 tempi regalatogli dallo stesso Umberto Preti.
Con questa moto Mazzilli ha partecipato a molte competizioni fuoristradistiche ed anche alla Valli Bergamasche.

Aliprandi O.A.S.A

L’officina dei fratelli Aliprandi nasce nel 1922 e costruisce biciclette. Nel 1925 vengono prodotte biciclette a motore impiegando dapprima propulsore Moser 125 e 175, poi Sturmey Archer 175, 250, 350 e 500.
Poi la Casa di Gorla-Precotto, frazioni di Milano sul vialone per Sesto San Giovanni, dal 1929 si costituisce come società col nome O.A.S.A., acronimo di Officine Aliprandi Società Anonina e realizza moto usando anche motori Jap 175 e Ladetto 175.
La costruzione di moto prosegue fino ai primissimi anni Trenta.

Altea

Altea è il marchio con cui il costruttore milanese Alberigo Seiling, bavarese di nascita ma italiano d’adozione, progetta motociclette utilitarie e motofurgoni con propulsore da 196 cm3 a quattro tempi e tre marce. L’operazione avviene per conto del commerciante e importatore di moto Ariel, Max Türkheimer. La produzione inizia nel 1939 e continua fino all’inizio degli anni Quaranta. Nel 1941 Seiling progetta e costruisce un interessante motore, chiamato Delta, è un bicilindrico parallelo di 750 cm3 a valvole in testa destinato ad usi industriali e per moto con sidecar. Non risulta sia mai entrato in produzione.

Amboldi

Amboldi è la casa milanese che produce, nella seconda metà degli anni Venti, motoleggere con propulsore di 175 cc con distribuzione a valvole in testa. Una moto di questo tipo gareggia al Circuito del Lario del 1930 nella classe 175, condotta dal pilota Miro Maffeis.

AMISA

Le Officine Meccaniche di Vedano al Lambro hanno sede a Milano in via Zumbini e costruiscono una motoleggera con motore Alpino di 98 cm3 e motocarri.
Nel 1946 Pietro Vassena progetta un piccolo bicilindrico orizzontale a due tempi di 125 cm3 dotato di aspirazione a valvola rotante e montato su telaio AMISA. La motoleggera, con motore marcato Rumi, viene esposta al salone di Milano del 1949. Il motore viene ulteriormente modificato eliminando il distributore rotante ed entra in produzione alla Rumi.
La AMISA risulta attiva dal 1946 al 1950.

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