Marchi e Case Motociclistiche di Lombardia

Categoria: PV Pagina 1 di 3

AEI

Potrebbe essere stata la prima moto del pavese, AEI. Dietro questa sigla, di cui non si ha certezza del significato, ci sono pochissime informazioni, non c’è neppure il nome del costruttore, sembra però che sia stata la prima moto costruita a Pavia nei primissimi anni del ‘900.
La traccia che si ha di questa marca è nella cronaca, riportata sui giornali dell’epoca, di una gara disputatasi in piazza d’Armi a Pavia dove i primi tre piloti arrivati furono 1° Rossi su AEI, 2° Beccaria su AEI, 3° Rolando su Peugeot. L’articolista prosegue nella cronaca con un elogio all’industria pavese che ha saputo realizzare queste belle moto costruite in ogni loro parte nella città lombarda.
Per la verità sembra strano che – vista la limitata produzione perchè oltre alla partecipazione alla gara non si hanno più notizie nè fotografie della AEI – i costruttori abbiano anche realizzato il motore, impresa oltremodo impegnativa per i tempi e per le possibilità di una piccola azienda. Ve la proponiamo per quanto abbiamo scovato nella nostra ricerca.

Alpino

Pietro Trespidi, classe 1897, progetta la sua prima moto nel 1925 di cui inizia la produzione, con il marchio Moto Trespidi, l’anno successivo nello stabilimento di Stradella. Si tratta di una 250 cc a due tempi che si aggiudica il campionato italiano gentleman col pilota Ignazio Pernetta. Oltre la versione Sport viene realizzata anche la Turismo ed una 175. Nel 1929 cessa la produzione.
Trespidi ritorna sulla scena motoristica un anno prima della fine del secondo conflitto mondiale con un interessante progetto di motore ausiliario denominato Alpino. Già i primi esemplari ottengono un buon successo, viene così creata la nuova fabbrica di Stradella, che prende il nome di Motobici S.r.l., dove nel febbraio del 1945 inizia la produzione, che continua senza modifiche fino al 1948 quando vengono introdotte nuove versioni del micromotore tra cui il modello ST di 60 cc e cambio a tre rapporti.
Vengono anche realizzate motoleggere di 75, 98 e 125 cc.
La 75 quattro tempi è progettata dal tecnico stradellino Mario Mellone a cui si devono anche i monocilindrici a valvole in testa di mezzo litro di cilindrata della Gilera.
Nel 1952 un prototipo carenato di Alpino 75 condotto da Andrea Bottigelli raggiunge la velocità di 128 km/h sul chilometro lanciato, altri record vengono conquistati dalla scuderia Perales in Argentina, deve l’Alpino aveva una buona rete di vendita.
La produzione della Motobici di Stradella continua con la presentazione di una 175 a quattro tempi, uno scooter 75 nel 1956 cui fa seguito un 48 cc. Negli anni Cinquanta la crisi politica argentina, mercato che assorbe un terzo della produzione della Motobici, è tale da mettere in crisi la fabbrica di Stradella che non sfugge al fallimento nel 1962.

Anelli

Carlo Anelli gestisce a Pavia un negozio dove vende biciclette e accessori. Alla sua morte subentra il figlio Abelardo che amplia la ditta proponendo ricambi per motoleggere e motociclette Ganna.
Nel 1947 dall’officina di Abelardo Anelli escono i primi ciclomotori con motore Mosquito.
Sono dotati di un ribusto telaio in tubi  con un serbatoio a goccia ancorato al trave superiore e di una forcella con molleggio prodotta dalla Casalini di Piacenza.
Terminata l’epopea del Mosquito la ditta Anelli ritorna alle biciclette e chiude nel 1964.

Ardito

Lasciata la Alpino, Pietro Trespidi fonda la S.I.ME.S. (Società Industriale MEccanica Stradella) che nasce come S.r.l. nell’ottobre del 1950, da qui le Ardito. Il primo prodotto è un motore ausiliario, modello 49B, da applicare al centro del telaio della bicicletta, con cambio a due velocità e trasmissione a catena.
Con lo stesso motore viene realizzata la bicimotore 48 nelle versioni normale e lusso. Vengono quindi commercializzati il motore da 73 cc a tre velocità e frizione a secco acquistato da diversi costruttori di motoleggere e veicoli da trasporto. Con lo stesso motore la Ardito propone la motoleggera 75 M. Abbiamo poi le motoleggere 125 e 100 sport con motore a due tempi e la 175 quattro tempi. Nel 1953 è in listino anche lo scooterino 49.
L’avventura della Ardito termina col fallimento dell’azienda dichiarato nel giugno 1954.

Coven

Giovanni Coven apre agli inizi degli anni Trenta un negozio da ciclista nel centro di Pavia. Alla fine degli anni Trenta, con l’aiuto del figlio Cesare, rileva l’officina di Guido Callegari dove questi costruiva le moto The Rover (vedi). L’attività ciclistica procede con successo e si espande tanto da impiegare tutta la famiglia Coven.
Nell’immediato dopoguerra le redini dell’azienda vengono prese dal più giovane dei fratelli Coven, Cherubino, che prende la rappresentanza della Garelli e inizia la produzione di ciclomotori con propulsore Mosquito. La ciclistica, con un particolare telaio curvilineo, viene brevettata e il ciclomotore viene presentato al salone di Milano nel 1947. Terminata l’epoca dei motorini ausiliari, Cherubino Coven ritorna alla costruzione di biciclette.

Finzi

Gino e Aldo Finzi, due gentiluomini del novecento di origine veneta, sono appassionati motociclisti e per pochi anni pure costruttori. Gino, nel 1921, si aggiudica la Targa Florio alla guida della prima Moto Guzzi costruita a Mandello, la mitica numero 51. Aldo invece e’ impegnato politicamente e, con la squadriglia Serenissima di Gabriele D’Annunzio, vola su Vienna e poi si dà alla politica diventando onorevole.
I due fratelli entrano nella societa’ Fabbrica Nazionale Motocicli Maxima di Voghera che costruisce una bella bicilindrica, cilindri trasversali, di 690 cc e poi anche di 750 cc presentata nel 1920.
La Moto Finzi, sempre costruita negli opifici Maxima di Voghera, viene invece presentata al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano nel gennaio 1923.
La moto ha motore di 598 cc posizionato trasversalmente con i due cilindri a V stretto di 36 gradi, valvole contrapposte, cambio in blocco, trasmissione a catena in bagno d’olio e ruote intercambiabili.
La produzione continua fino al 1924, l’anno seguente gli stabilimenti Maxima chiudono i battenti.
Probabilmente la causa e’ da ricercare nel fatto che proprio nel 1924 l’onorevole Aldo Finzi, sottosegretario agli Interni, cade politicamente in disgrazia, ingiustamente compromesso con l’assassinio Matteotti.
Aldo Finzi sara’ una delle vittime delle Fosse Ardeatine.
Ritornando alla produzione della Moto Finzi, pare che sia stata di alcune centinaia di esemplari. Alcune fonti sostengono trecento unita’ annue, ma i dati fanno riferimento allo stabilimento Maxima e probabilmente comprendono tutta la produzione delle moto Maxima e Finzi insieme.

Fontanella

La pavese Fontanella Ettore & Figli e’ una delle tante officine che costruiscono biciclette.
La realizzazione di un telaio con motore ausiliario Mosquito la si deve a Rino Fontanella, figlio di Ettore, nel 1948.

Lampa

Luigi Lampa, nella sua officina a Pavia, costruisce, nel 1948, telai per ospitare motori ausiliari Mosquito.

Maxima

La Fabbrica Nazionale Motocicli Maxima nascono a Voghera, alla fine della Grande Guerra, sulle ceneri delle Officine Meccaniche Carminati per opera del conte Faustino Odetti.
Nel settembre del 1920 viene presentata la moto Maxima che impiega lo stesso schema costruttivo della britannica Douglas, cioe’ motore a due cilindri contrapposti.
Il motore della Maxima ha cilindrata 690 cc e poi, nel 1921, viene prodotto anche nella cilindrata di 750 cc.
Intanto entrano nell’azienda i fratelli Gino e Aldo Finzi che iniziano la produzione della moto Finzi.
La Maxima chiude nel 1925.

MEB

Il meccanico ciclista Erminio Milanesi nella prima meta’ degli anni Trenta (1932-1934), realizza a Bressana Bottarone una potente moto sportiva di 500 cc con la sigla MEB, Milanesi Erminio Bressana.
Sembra che la moto abbia partecipato con successo a diverse competizioni.

Pagina 1 di 3

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén

error: Content is protected !!