Marchi e Case Motociclistiche di Lombardia

Categoria: LC

Agrati

La storia della Agrati incomincia due secoli fa quando a Cortenuova di Monticello, piccolo centro della Brianza oggi provincia di Lecco, il fabbro Antonio Agrati, classe 1832, lavorava il ferro nella sua fucina.
Gli succedono, agli inizi del Novecento, i figli Clodoveo, Luigi e Mario che ampliano l’attività con la costruzione di motori elettrici di varia potenza e, in un secondo tempo, di ingranaggi e parti complementari per biciclette.
La fortuna commerciale dell’azienda non va però di pari passo con quella dei suoi animatori. Infatti nel 1920 Clodoveo muore per malattia e gli altri due fratelli periscono in incidenti motociclistici, Luigi nel 1921 e Mario nel 1924.
Le redini dell’azienda passano alla vedova di Mario ed ai giovani nipoti degli altri fratelli.
Cessa la produzione di motori elettrici e si sviluppa quello delle parti per biciclette.
Durante la guerra, oltre alle parti per biciclette, l’azienda produce caricatori per mitragliatrici pesanti.
Nel dopoguerra si riparte dando ulteriore impulso al settore ciclistico e, nel 1955, l’Agrati inizia a stampare telai ciclomotoristici per conto terzi e fra i clienti c’è la Garelli.
Tra Agrati e Garelli viene stipulato un accordo che prevede anche il montaggio di ciclomotori nella fabbrica Agrati di Monticello.
Nel 1956 e 1957 viene approntata una grossa fornitura di telai per l’Argentina dove ha sede una fiorente industria ciclomotoristica.
Nel 1958 la grande decisione: costruire in proprio e col marchio Agrati uno scooter.
Nasce così lo scooter Capri con motore a due tempi di 70 cc che nel 1960 cresce a 80 cc e nel 1961 a 98 cc.
Sempre nel 1961 al Capri viene affiancato il Como, uno scooter con motore Garelli di 50 cc che è il primo esempio di scooter nella minima cilindrata.
La collaborazione con Garelli va sempre aumentando negli anni fino ad arrivare alla fusione delle due aziende nel 1961 con la nascita del gruppo Agrati-Garelli.

Faini

La Faini, o meglio la R.&F. F.lli Faini, nel 1923, produce nelle sue officine di Lecco un motore per biciclette di 98 cc (o 106 cc secondo alcune fonti) a due tempi con cambio a due velocità e trasmissione a cinghia.
Il motore va posizionato nel centro della triangolatura del telaio fissandolo al tubo che unisce sella e gruppo pedali.
Viene anche costruita una motoleggera di 124 cc,  anche questa progettata dal valente tecnico Pietro Vassena.
Con questo motore è proprio Pietro Vassena che vince, nella propria categoria, a Milano nel marzo del 1923 il concorso di consumo organizzato dalla rivista Motociclismo.
La sezione commerciale e il deposito si trovano a Milano in via Bonghi 84.

Fantic Motor

Mario Agrati e Henry Keppel decidono di costruire ciclomotori per bambini da esportare all’estero e sviluppano questo progetto fondando nel 1968 la Fantic Motor.
Due anni più tardi la Casa lombarda lancia sul mercato il celebre Caballero 50 che subito trova successo fra i giovani per le sue caratteristiche tecniche, il prezzo proporzionalmente contenuto e lo stile che fa moda.
La prima 125 nasce nel 1973 ed è equipaggiata con un motore Minarelli costruito su specifiche Fantic.
Per poter offrire un prodotto sempre all’altezza delle moderne tecnologie, la Casa di Barzago (oggi provincia di Lecco) vara un reparto corse. E’ la mossa vincente, le corse contribuiscono in modo determinante allo sviluppo della Fantic e ottengono significative affermazioni quali il titolo mondiale di enduro conquistato nel 1981.
Gli anni Ottanta vedono la Fantic proporre un ricco listino che spazia dai modelli strada a quelli per tutte le specialità fuoristradistiche.
Ed e’ nel trial che Fantic raggiunge i migliori risultati conquistando tre titoli mondiali con il francese Thierry Michaud.
Nonostante la bonta’ del prodotto ed i successi sportivi, l’azienda lombarda deve affrontare, alla fine degli anni Ottanta, delle notevoli difficoltà di mercato. Inizia un periodo in chiaroscuro che viene solo parzialmente risolto, dall’aprile 1987, da un rimaneggiamento societario con trasformazione in Fabbrica Motoveicoli S.p.a.
All’inizio degli anni Novanta la FM acquisisce il marchio Garelli.
Ma non va tutto bene, anzi, dopo aver proposto dei modelli anche tecnicamente coraggiosi come la top trial con valvola sullo scarico, nel 1995 cessa l’attività.
Anni dopo il marchio Fantic va all’asta e viene acquistato dall’industriale trevigiano Federico Fregnan. Grandissimo appassionato di enduro e lui stesso pilota, Fregnan fonda la Six Days e vara per Fantic un piano industriale da sviluppare, come fabbrica, nel nuovo stabilimento di Dosson di Casier (TV). Lì inizia a produrre dei 50 cc. enduro motorizzati Minarelli, poi delle 125 cc frutto di una collaborazione con la spagnola Gas Gas che fornisce motore e telaio.
Per sfondare servono grandi investimenti. Six Days passa a un pool di investitori veneti che affidano la gestione del brand Fantic a un grande ex dell’Aprilia di Ivano Beggio, Mariano Roman. Nel catalogo entrano le bici elettriche che stanno ottenendo grandissimo successo sul mercato due ruote poi, ad EICMA 2019, viene annunciato un accordo con Yamaha per sviluppare una gamma 125-250 enduro-cross basata sulle piattaforme tecniche YZ-WR giapponesi.

GP

GP è la motocicletta costruita da Guzzi e Parodi – da qui la sigla di identificazione – realizzata nel 1920 e rimasta esemplare unico. Venne costruita con il supporto dell’ opificio Officina Giorgio Ripamonti detto il “Feree” di Mandello del Lario.
La macchina si pone in evidenza per le geniali soluzioni adottate nella costruzione: motore a cilindro orizzontale (rimasta poi una caratteristica delle Moto Guzzi) distribuzione a quattro valvole, frizione a dischi metallici, cambio a tre rapporti, lubrificazione a recupero con serbatoio dell’olio separato.

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